La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 30 agosto 2011
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
In
queste settimane tutto il paese è agitato dal dibattito sulla
"manovra" che, se ho ben capito, consiste nel far affluire nella casse
dello Stato più soldi e nel ridurre le spese statali in modo da
diminuire il debito che lo Stato stesso ha con i cittadini e con le
banche italiane e straniere. La manovra prevede due vincoli, la
"crescita" del reddito nazionale, cioè della quantità di merci prodotte e
vendute e della qualità dei servizi, e l'aumento dell'occupazione.
Numerosi economisti e talvolta anche persone comuni avanzano ciascuno
una propria proposta, su quali spese diminuire, su quali servizi
salvare o sacrificare, su quali tasse applicare, e il tutto confluisce
nel Parlamento che dovrà alla fine decidere.